Chi sono


Mi chiamo Benjamin Raspail, e provengo da una lunga stirpe di studiosi, artisti e cercatori di verità nascoste. Nato nel 1958 nella città di Lione, in Francia, la mia vita è stata un viaggio segnato dalla curiosità, dal mistero e da una ricerca incessante di conoscenze oltre il mondo visibile.

Fin da piccolo sono stato attratto dai misteri dell’universo — non solo dalle meraviglie scientifiche scoperte nel XIX secolo, ma anche dall’arcano e dall’occulto. Mio padre era tipografo e mia madre levatrice, entrambi mi hanno trasmesso un profondo rispetto per la tradizione, l’artigianato e il potere della parola scritta.

La mia educazione è iniziata seguendo la tradizione classica. Ho frequentato scuole locali dove eccellevo in filosofia, letteratura e lingue. Fu all’Université de Strasbourg che trovai la mia vera passione: l’intersezione tra suono, linguaggio e i regni invisibili. Mi dedicai allo studio delle lingue antiche come l’ebraico, il greco e il copto, convinto che nei loro suoni si nascondessero le chiavi per aprire porte tra mondi.

Il filosofo dell’invisibile

Coniai l’espressione “le réservoir de l’invisible”, ovvero il serbatoio dell’invisibile, per descrivere ciò che credevo essere una dimensione nascosta accessibile tramite il suono e il rituale. Tenni lunghi diari in cui tentavo di mappare questo serbatoio usando sia la teoria linguistica che l’esperienza mistica.

Le mie ricerche mi portarono a radunare un circolo di persone affini. Nel 1979 fondai la Société du Vrai Miroir, una società segreta dedicata all’esplorazione della vera natura della realtà attraverso poesia, alchimia e rituali. I nostri incontri si tenevano nel retrobottega di un antiquario a Montmartre, dove l’aria era densa di incenso e sussurri di invocazioni.

Una delle esperienze più trasformative della mia vita avvenne durante ciò che chiamo il Rituale dell’Occhio Chiuso. Mi rinchiusi al buio per tre giorni, bendato e in silenzio, nel tentativo di dissociarmi dal mondo fisico e percepire le verità nascoste sotto di esso. Quando riemersi, pronunciai una sola frase: “Il Velo è vivo.” Ancora oggi cerco di decifrare il significato di quelle parole.

Filosofia e influenze

Per tutta la vita ho sostenuto che la realtà sia stratificata e fluida, simile a un fiume i cui flussi mutano sotto una superficie in continuo cambiamento. Mi considero un precursore di quella che oggi viene chiamata “linguistica vibrazionale”, lo studio di come i fonemi e i pattern sonori possano influenzare il mondo materiale in modi sottili.

Spesso sono stato frainteso. Alcuni mi accusano di essere un mistico senza basi; altri mi considerano un visionario. Accetto entrambe le visioni, poiché la ricerca della verità richiede spesso un salto di fede nell’ignoto. I miei scritti, ora dispersi e in parte perduti, parlano a chiunque sia disposto a guardare oltre l’ovvio e ad ascoltare ciò che il silenzio rivela.

Eredità e mistero

Nonostante i miei sforzi per mantenere segreto il mio lavoro, alcuni frammenti sono sopravvissuti. Nel 1980 uno storico, Erich Blüm, scoprì parte della mia biblioteca in una soffitta di Praga. Tra i volumi vi era un tomo rilegato in pelle, pieno di diagrammi di creature strane e annotazioni in antico francese. Il libro oggi è custodito sotto chiave a Bruxelles, i suoi segreti ancora da scoprire.

Scomparii dalla vita pubblica nel 1989, dopo essermi trasferito in un monastero abbandonato in Boemia. Lasciai una sola lettera, un avvertimento al mio unico discepolo noto, Émile Travan: “Se trovi il Velo, non cercare di sollevarlo. Ascoltalo.” Da allora, il mio destino rimane ignoto.

Riflessioni personali

Nonostante il mio lavoro sia stato avvolto nel mistero e nello scetticismo, rimango fermamente convinto che esista più dell’apparenza. Ogni ombra ha una storia; ogni silenzio custodisce un segreto.

Nei momenti di quiete rifletto sulla natura dell’identità e della memoria. Chi siamo realmente, sotto le maschere che indossiamo? Quali verità si nascondono oltre il linguaggio, oltre la forma? Non esistono risposte facili, ma queste domande sono il battito del mio essere.

Citazioni che adoro

“Il vero specchio non riflette il volto, ma ciò che lo indossa.”

“Nessuna ombra è priva di volontà.”

“Il nome dimenticato è il più potente.”

Considerazioni finali

Invito chi legge queste parole a intraprendere il proprio viaggio nell’ignoto. Abbracciare la curiosità, mettere in discussione ciò che è accettato e cercare gli strati invisibili della realtà. Il mondo è molto più ricco di quanto immaginiamo, e il Velo attende chi ha il coraggio di ascoltarlo.