
Horace Featherstone
Geometria e Giustizia: La Vita di Horace Featherstone
Horace Featherstone nacque a Bath nel 1802, primogenito di una famiglia dell’alta borghesia legalitaria. Suo padre era un noto avvocato e massone, mentre sua madre coltivava ideali poetici e spiritualisti. Fin dalla giovinezza, Horace mostrò un carattere riflessivo e dedito alla ricerca del significato nascosto dietro le apparenze.
Formatosi a Cambridge in diritto, matematica e lingue classiche, Horace sviluppò una predilezione per Platone e la filosofia antica, che lo accompagnò per tutta la vita. Sebbene eccellesse come avvocato, la sua vera passione era per la simbologia, la numerologia e la filosofia morale.
Nel 1828 fu iniziato alla Loggia delle Colonne Gemelle, dove propose una visione simbolica della massoneria fondata sul pensiero pitagorico. Il suo primo discorso, La geometria sacra come fondamento dell’etica, lo fece ascendere rapidamente ai gradi superiori del Rito Scozzese.
Convinto che la giustizia fosse una forma di armonia matematica, scrisse Arithmosophia (1839), un’opera densa e tecnica in cui ogni virtù era legata a una proporzione numerica. Per Horace, la giurisprudenza era una liturgia cosmica e le aule di tribunale dovevano rispecchiare l’ordine del cosmo.
Nel 1844, incontrò il cabalista ungherese Mihály Török, che lo introdusse all’ermetismo cristiano e alla teosofia. Da quel momento studiò le relazioni tra sefirot e categorie giuridiche, cercando un equilibrio tra misericordia e rigore nella pratica del diritto.
Nel 1851 pubblicò Templi e Tribunali, un manuale illustrato in cui paragonava le architetture sacre a quelle giudiziarie, rilevando proporzioni pitagoriche e simboli astrologici. Sebbene deriso da alcuni contemporanei, oggi è considerato un testo precursore della simbologia giuridica.
Nel 1866 fu protagonista del celebre processo Hargrave vs. Ordine della Croce Bianca, in cui citò Platone, Salomone e Zoroastro nella sua arringa. Nonostante le critiche della stampa, il testo fu ristampato più volte.
Morì nel 1870, lasciando incompiuta l’opera La Giustizia del Silenzio, in cui proponeva che il vero giudice fosse colui che sa ascoltare. I suoi appunti furono ritrovati in un armadio che si apriva solo con il Quadrato di Saturno, simbolo della disciplina pitagorica.
È sepolto a Highgate sotto un monumento che raffigura un tetraktys, un compasso e la parola “Aequitas”. Le sue opere sono oggi oggetto di studio nei seminari di simbolismo e diritto esoterico, ponte tra giurisprudenza e metafisica numerica.