Manuel de Sousa


Nel fervore del 1484, in un piccolo villaggio del Portogallo, nacque un bambino chiamato Manuel de Sousa. Questo nascituro, da subito circondato da un alone di mistero e di promessa, divenne in seguito un personaggio emblematico nella storia dell’esoterismo.

I suoi genitori, semplici contadini, rimasero sconcertati quando, al suo terzo anno di vita, Manuel iniziò a parlare in una lingua sconosciuta. In seguito, si scoprirà che era l’antico ebraico, lingua della Cabala, studio al quale Manuel si dedicherà con ardore. Non c’era modo che il bambino potesse avere accesso a tale sapere in quel villaggio. I genitori, temendo degli spiriti maligni, cercarono l’aiuto del parroco locale, ma gli sforzi per esorcizzare Manuel non fecero che aumentare i suoi strani poteri.

Crescendo, Manuel sviluppò una profonda passione per il mistero del mondo. Si ritirò dalla società umana per meditare tra i boschi e si concentrò sui misteri della Cabala, sulle strane coincidenze numerologiche che sembravano governare l’universo e su altri enigmi esoterici. Viaggiò in sogno attraverso il tempo e lo spazio, vivendo vite passate e visitando pianeti lontani.

In uno di questi viaggi onirici, Manuel incontrò una figura verso la quale avvertì un’attrazione magnetica. Era un anziano dai capelli argentei e dagli occhi come due stelle scintillanti. L’anziano gli parlò nella lingua che aveva scosso i suoi genitori quando era bambino, l’ebraico antico, e gli rivelò che era uno dei custodi del sapere esoterico, un maestro della Cabala. Da quel giorno, in sogno, Manuel fu istruito dal vecchio maestro, imparando segreti che pochi uomini sulla terra avevano mai conosciuto.

Gli anni passarono, e Manuel, ormai adulto, decise di intraprendere un viaggio iniziatico in cerca della verità ultima. Viaggiò attraverso l’Europa, imparando da vari maestri di occultismo, dalla stregoneria alla divinazione, dalla numerologia all’alchimia. Nel suo peregrinare, Manuel incontrò anche la resistenza e la paura da parte di coloro che non comprendevano o temevano il suo sapere. Ma non si lasciò intimidire, la sua era una missione di conoscenza e scoperta.

In Spagna, Manuel incontrò un gruppo di Sefarditi espulsi dopo il Decreto dell’Alhambra. Tra di loro, riconobbe il volto del vecchio maestro dei suoi sogni. L’incontro fu sia sorprendente che rivelatore. Il vecchio, infatti, confermò quello che Manuel aveva sempre sospettato: il sapere occulto, la Cabala, la numerologia e tutti gli altri misteri esoterici, erano tutti strumenti che portavano alla stessa verità universale.

Manuel continuò il suo viaggio, portando con sé il sapere acquisito. Predisse eventi futuri, aiutò le persone a capire il loro destino e si fece conoscere come un saggio e potente maestro dell’occulto. Eppure, rimase sempre umile, insistendo che non era lui il vero maestro, ma l’universo stesso.

Manuel de Sousa morì nel 1560, lasciando dietro di sé un’eredità di saggezza e un’aura di mistero. Le sue opere, scritte in un codice che solo pochi potrebbero mai decifrare, circolano ancora oggi tra gli studiosi dell’occulto. La sua vita, dedicata alla ricerca della verità nascosta dietro il velo del mondo visibile, continua ad affascinare e ad ispirare coloro che cercano risposte più profonde.

In una profezia, Manuel predisse che sarebbe ritornato in un’epoca in cui l’umanità avrebbe avuto più bisogno del suo sapere. Forse, in qualche parte del mondo, un bambino sta già parlando una lingua sconosciuta e sta avendo sogni di un vecchio dai capelli argentei. Forse, il suo viaggio è appena iniziato.